IoT Origins
prime soluzioni IoT Amazon e Google

IoT Origins: Google e Amazon propongono le loro prime soluzioni IoT

Successivamente alla conferenza IoT in Svizzera, un colosso mondiale cominciò a testare le prime automobili a guida autonoma; era Google, nel 2009, e le prime soluzioni IoT per la smart car rimasero di importanza e interesse primario fino al 2016.

In 17 anni altre aziende affrontarono il tema come General Motors, Uber e Tesla.

Quest’ultima, Tesla, è attualmente la più avanti in ambito smart car con hardware e software avanzati in grado di offrire le funzioni di guida assistita, Autopilot, al massimo potenziale tramite aggiornamenti software; è dotata di 8 videocamere e 12 sensori a ultrasuoni che consentono una visibilità a 360° per 250 metri. 

Tornando a Google, il progetto partì nel 2009 con il nome di Google driverless car per poi diventare Waymo nel 2016; Waymo è il nome dell’impresa del gruppo Alphabet che utilizza la tecnologia per creare autovetture a guida autonoma.
In questi 12 anni l’azienda ha eseguito svariati test raccogliendo dati equivalenti a 32 milioni di chilometri percorsi; inizialmente in condizioni di tempo ottimali e successivamente introducendo variabili ambientali non indifferenti come il freddo invernale e nevoso del Michigan.
Il punto di forza di Waymo è il modernissimo algoritmo di mapping (con Google Maps giocano in casa), inoltre, presenta un sistema di airbag esterni che vengono attivati secondo un modello predittivo.

Cambiamo ambito applicativo rimanendo nello stesso periodo storico e analizziamo l’accelerata in ambito smart home con il lancio di Amazon Echo, l’hub per la casa intelligente. L’interesse e l’attenzione per queste prime soluzioni IoT di domotica furono enormi sia da parte delle aziende che lato consumer; rappresentavano un nuovo modo per vivere e interagire con la tecnologia.

Echo diventò apertamente disponibile negli Stati Uniti nel 2015 e in Europa (Regno Unito e Germania) l’anno successivo; in Italia arrivò solo nel 2018 con 4 versioni della linea:

  • Amazon Echo di seconda generazione;
  • Amazon Echo Dot;
  • Amazon Echo Plus;
  • Amazon Echo Spot.

Il punto forte di Echo era il suo aspetto; in quel periodo erano tutti affascinati da touchscreen rettangolari mentre il design di Amazon Echo era cilindrico e portava aria di novità nelle case dei consumatori. Da quel momento il concetto di smart home risultava chiaro ed estremamente attraente per chiunque, potevi accendere e spegnere le luci, ascoltare la musica, ordinare una pizza, ricevere notizie personalizzate in tempo reale; un vero e proprio assistente personale alla portata di tutti.

Torniamo alle dichiarazioni di Kevin Ashton rilasciate allo Smithsonian Magazine nel 2019: secondo lui finalmente: 

“l’IoT ha dato ai computer i mezzi per percepire il mondo in autonomia; i sensori collegati
in rete hanno dotato le macchine di occhi e orecchie, consentendo di raccogliere dati
in maniera molto più efficiente.”

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